Con l’arrivo della primavera, arriva anche la passione per il “pollice verde” e la voglia di fare giardinaggio.
Ma siamo certi che i fiori e le piante che metteremo sui nostri terrazzi o giardini, non solo siano belli ma anche sicuri per i nostri gatti?
In natura, sono tante le piante che potrebbero presentare un livello di tossicità, in alcuni casi anche molto alto, per i nostri mici e non solo in caso d’ingestione, ma anche tramite contatto.
Ma perché i gatti dovrebbero mangiare le piante? Le motivazioni possono essere diverse.
Ad esempio, può capitare che durante l’esplorazione quotidiana del loro territorio, attività indispensabile e fondamentale per i gatti, oppure durante le fasi di gioco, i nostri piccoli felini vengono a contatto con parti di queste piante.
Altre volte i gatti sono attratti dal mangiare le piante come forma di automedicazione, in quanto l’assunzione di piccole quantità di fibre vegetali, come fili d’erba o foglie, aiuta a liberare stomaco ed intestino dai fastidiosi boli di pelo, ma devono essere le “erbe curative” adatte!
In alcuni casi, invece, potrebbe trattarsi della manifestazione di uno stato di noia, causato da una inadeguata presenza di stimoli nell’ambiente in cui vivono.
In caso d’intossicazione, i sintomi che possono presentarsi variano in base al tipo di pianta e alla quantità ingerita dall’animale. Qualora si sospettasse un avvelenamento, bisogna contattare subito il proprio medico veterinario di fiducia o il pronto soccorso veterinario più vicino.
E se alcune piante sono ormai presenti e non possiamo o vogliamo farne a meno, è bene prendere degli accorgimenti appropriati, come:
- posizionare i vasi in luoghi o punti inaccessibili per il nostro micio o, se in un giardino, isolarle con reti o altre protezioni sicure, in modo da impedire al gatto di raggiungerle;
- ripulire da petali, fiori, foglie o altre parti cadute dalla pianta, sempre per evitare che micio possa usarle per giocare o morderle;
- fornire al gatto delle alternative adatte e per lui innocue, che possano soddisfare la sua curiosità, il suo bisogno di esplorare e al contempo stimolare l’esigenza di utilizzare il senso dell’olfatto, proponendogli, ad esempio, delle piantine aromatiche per lui sicure come timo, rosmarino, lavanda, menta ecc.;
- per i boli di pelo, è consigliabile fargli trovare dei vasetti di erba per gatti, comunemente in commercio, spesso confusa con la catnip, ma che in realtà è di tutt’altra tipologia, in quanto si tratta di un’erba tenera, sottile e a stelo lungo, ricca di vitamine e acido folico, adatta all’ingestione e che aiuta a mantenere stomaco ed intestino liberi;
- aggiungere delle sessioni di gioco interattivo con il nostro gatto, piuttosto che attività di attivazione mentale, giochi problem solving, che aiutino a sconfiggere la noia, oltre che a garantire un buono stato di saluto psicofisico.
La prevenzione però è sempre il metodo migliore! Ecco perché, prima di fare entrare una tipologia di pianta nelle nostre case, si raccomanda d’informarsi e verificare che non sia nociva per i gatti.
Per aiutare nella scelta, riportiamo qui di seguito un ampio elenco delle piante e fiori più comunemente presenti nelle nostre case e sui nostri terrazzi, o piantate nei giardini nel periodo primaverile, con i relativi sintomi:
- Azalea – Tossici sia i fiori che il nettare. Possono provocare problemi gastrointestinali, schiuma e bava alla bocca, problemi neurologici e cardiologici.
- Calla – Tossicità nei fiori. Provoca irritazione cutanea e alle mucose.
- Calancola – Tossici sia le foglie che i fiori. Se ingerita a basse dosi provoca disturbi gastrointestinali, vomito ma anche aritmie cardiache.
- Campanula – Tossici sia le fogli che i semi. Provoca dilatazione della pupilla, problemi alla vista, fino ad aritmie, delirio e convulsioni.
- Croco – È tossica tutta la pianta. Causa problemi gastrointestinali e vomito. Se ingerita anche in piccole quantità, può provocare insufficienza renale ed epatica.
- Dieffenbachia – Le foglie producono un latticello irritante anche per le persone. Può provocare irritazione della bocca, esofago, stomaco, intestino e problemi gastroenterici.
- Digitale purpurea – Nociva tutta la pianta. Causa problemi gastrointestinali ed aritmie.
- Edera – Pericolose sia le foglie che i fiori. Provoca da problemi gastroenterici e vomito fino a tremori, difficoltà respiratorie e cardiache, se assunta a dosi elevate.
- Fico – Il latticello prodotto dalla rottura di foglie e frutti è tossico. Può provocare reazioni allergiche cutanee ed alopecia.
- Filodendro – Pericolosi sia le foglie che i fiori. Possono causare problemi gastroenterici ed infiammazioni alla bocca.
- Glicine – Tossici i frutti ed i semi. Provocano problemi gastroenterici e, se ingeriti a dosi elevate, depressione nervosa e cardiaca.
- Gelsomino – Attenzione a tutta la pianta. Provoca problemi nella coordinazione, disturbi della vista, problemi a deglutire, secchezza delle fauci, debolezza muscolare, problemi respiratori e convulsioni.
- Giglio gloriosa e Giglio rampicante – Tossica tutta la pianta. Provoca stomatite, problemi gastrointestinali ed insufficienza renale.
- Iris – Tossicità presente nei bulbi e rizomi. Causa problemi gastrointestinali.
- Ligustro – Nociva tutta la pianta. Dà problemi gastroenterici.
- Margherita – Pericolosa è la linfa che può causare dermatite.
- Mughetto – Pericolosa tutta la pianta. Causa problemi gastroenterici ed aritmie.
- Oleandro – Velenosa tutta la pianta. Provoca problemi gastroenterici, depressione nervosa ed aritmie.
- Ortensia – Nocivi sia le foglie che i fiori, causano vomito e diarrea.
- Primula – La parte pericolosa sono foglie e gambi, provocano problemi gastroenterici e dermatite da contatto.
- Sambuco – È tossica tutta la pianta, causando disturbi gastroenterici.
- Tasso – Nociva gran parte della pianta. Provoca dilatazione della pupilla, problemi di coordinazione, dolori addominali, vomito, secchezza delle fauci, scialorrea, debolezza, fino a cianosi, insufficienza respiratoria e coma.
- Tulipano e Narciso Giunchiglia – Attenzione ai bulbi che possono provocare disturbi gastroenterici.
Articolo pubblicato per il Centro di Cultura Felina© il 26/05/2023
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